CHE COSA CI RENDE FELICI? E’ una domanda che possiamo farci in questi giorni così diversi da quelli vissuti fino ad ora. In preda al panico o comunque alla preoccupazione per ciò che sta accadendo, reclusi in casa, con ritmi di lavoro e vita sociale diversi dal solito, possiamo indulgere in questo interrogativo e guardarci dentro forse come mai prima d’ora. A maggior ragione alla vigilia della Giornata internazionale della felicità istituita dall’Onu con una risoluzione che riconosce la felicità e il benessere come scopi fondamentali dell’umanità e obiettivi delle politiche pubbliche. Quest’anno però, vista la situazione, il Summit Mondiale sulla Felicità previsto a Miami in questi giorni è stato rinviato.
L’invito del Papa a riscoprire le piccole cose
Una prima risposta su cosa può renderci felici in questi giorni, è arrivata da Papa Francesco: “In questi giorni difficili – ha detto in un’intervista rilasciata a Repubblica – possiamo ritrovare i piccoli gesti concreti di vicinanza e concretezza verso le persone che sono a noi più vicine, una carezza ai nostri nonni, un bacio ai nostri bambini, alle persone che amiamo. Sono gesti importanti, decisivi. Se viviamo questi giorni così, non saranno sprecati”.
Allenare la felicità come un muscolo
Sembra strano e un po’ paradossale parlare di felicità ai tempi del Coronavirus? “No, è bene continuare a parlarne e allenarla quotidianamente come se fosse un muscolo”, risponde Sandro Formica, ordinario di Scienza del sé e della Felicità presso la Florida International University di Miami. “Solo così si possono creare quelle radici profonde e durature che fanno gestire al meglio anche situazioni difficili e complesse come quella attuale. L’accezione popolare che interpreta la felicità come uno stato ininterrotto di piacere non è infatti corretta, anzi le persone più felici sono quelle più capaci di vivere anche le emozioni negative e di riprendersi più in fretta”.
Listening partnership: cinque minuti di attenzione totale
Ma come si allena la felicità? “Impariamo a parlare delle emozioni che vengono in superficie più frequentemente in questo momento difficile, soprattutto quando si condividono esperienze insieme nella stessa casa, a partire dalla colazione fino al momento di andare a letto”, risponde Formica. “Proviamo a creare una ‘listening partnership’ nella quale per 5 minuti si offre la propria totale attenzione a una persona della quale ci si fida completamente, anche a distanza, rimanendo in ascolto, senza giudicare, valutare o reagire in alcun modo. La persona che si apre può dire tutto quello che vuole in qualunque tono e verrà ascoltata con empatia e senza giudizio. Tutto quello che verrà condiviso rimarrà confidenziale”.
Dentro casa condividendo i bisogni
Ma è importante anche parlare con le persone con cui si stanno condividendo le giornate chiedendogli quali sono i loro bisogni e in particolare quelli che vorrebbero soddisfatti da noi. “Se i bisogni non sono soddisfatti al 100% – suggerisce il coach Formica – chiedere come si potrebbe soddisfarli completamente perché quando ciò non avviene, si vive in uno stato di restrizione o costrizione e si attivano così i propri meccanismi di difesa che creano ulteriore chimica negativa e il cosiddetto effetto nocebo”. E se si vive da soli? “Allora facciamolo con gli amici in maniera virtuale. È’ necessario condividere apertamente i propri valori e aiutarsi vicendevolmente ad allineare i propri comportamenti e le proprie routine a quei valori. E poi iniziamo a programmare le attività post coronavirus intorno a quei valori”.
Scoprire il proprio talento e l’immaginazione
Altra tecnica per allenare la propria felicità è quella di scoprire o riscoprire i propri talenti: “Ogni sera – suggerisce Formica – possiamo creare uno show (anche della durata di qualche minuto), magari chiamandolo ‘Shine Your Light’ [fai brillare la tua luce], in cui ogni membro della famiglia intrattiene gli altri mettendo alla luce il proprio talento. Lo show può essere proposto anche a distanza, in video tra amici”. E poi attingiamo alla nostra immaginazione per pianificare il futuro che desideriamo. “Meglio ancora quando si immagina un futuro condiviso tra tutti i componenti della propria famiglia”, conclude il coach.
Un concorso e il progetto #fortinsieme
Senza muoversi di casa, ci sono comunque delle iniziative prese in occasione della Giornata mondiale della Felicità. All’interno del gruppo Facebook “Scienza del Sé official” , prende il via un contest virtuale a partire dalla domanda “Cosa faccio oggi per coltivare la Felicità?”. L’obiettivo è quello di creare un wall virtuale che possa diventare virale. La foto della persona che avrà ottenuto più like entro il 22 marzo avrà la possibilità di raccontare la sua pratica di felicità in diretta Facebook con Sandro Formica e otterrà un ingresso gratuito a un futuro appuntamento residenziale del corso in “Scienza del Sé”. Inoltre, dal 21 marzo al 3 aprile parte il progetto #fortinsieme – trasformare la crisi in opportunità: 13 operatori e formatori della Scienza del Sé, tra cui Sandro Formica, offrono uno sportello di ascolto con mini-sessione di coaching gratuite da 30 minuti con prenotazione. La Scienza del Sé inizia a diffondersi anche nel campo dell’educazione, presso il Centro Scolastico Giovanni Paolo II di Melegnano, la prima scuola in Italia orientata alla Scienza del Sé, per evitare un insegnamento basato esclusivamente sulle nozioni e da qui sulle valutazioni.