Ammettere i nostri limiti è difficile, ma è necessario per superarli e migliorare noi stessi

Ti è mai successo di essere con amici o colleghi e di far finta di sapere qualcosa di cui si stava parlando che in realtà non sapevi? Se sì, perché credi di averlo fatto? A cosa ti serviva fingere di sapere? Tutte le persone alle quali faccio questa domanda mi rispondono “per non sembrare stupida/o o ignorante”.

La seconda domanda che mi sorge spontanea è: “cosa succederebbe se gli altri ti considerassero stupida/o ignorante?” La risposta che ricevo è sempre la stessa, anche se articolata in forme e con definizioni differenti: “verrei esclusa/o o non accettata/o per quello che sono”.

La nostra società ci ha cresciuto così, a partire dai primi anni di scuola; se si commettono errori si ricevono critiche e, a volte, anche umiliazioni. A casa abbiamo ripetuto esperienze simili; situazioni in cui fare qualcosa e non raggiungere o eccedere lo standard del papà o della mamma è motivo di vergogna, incompetenza e incapacità.

Non c’è una singola persona che abbia incontrato che si sia sempre sentita perfettamente adeguata di fronte a genitori, insegnanti, datori di lavoro o autorità pubbliche e private. E quando ci si trova intrappolati in sentimenti di inadeguatezza, si fa spesso finta di conoscere cose che non sappiamo o di fare riferimento a situazioni che non abbiamo mai vissuto.

Nel far ciò, generiamo un circolo vizioso dal quale è difficile uscire. Infatti, quando facciamo finta di sapere qualcosa e ci rendiamo conto che stiamo fingendo per essere accettati dagli altri, automaticamente ci sentiamo in colpa. Questo sentimento, a sua volta, ci spingerà a spiegare e a giustificare ciò che di falso abbiamo fatto o detto.

Si crea così una spirale di energia negativa che farà concentrare la nostra attenzione su scuse e giustificazioni e non solo. Dovremo anche continuare a gestire, non senza difficoltà, altre situazioni in cui dobbiamo proteggere quest’immagine di persone “perfettamente adeguate” pur essendo consapevoli di mentire a noi stessi e agli altri.

Non hai mai commesso un errore se non hai mai tentato qualcosa di nuovo, Albert Einstein

Se non interromperemo questa spirale, finiremo per vivere nella paura che, una volta scoperti, verremo messi alla gogna, con la conseguenza di essere esclusi o non accettati dalle persone che amiamo di più, a partire dai genitori, per proseguire con i nostri partner e per poi finire con i nostri figli. Prendiamo consapevolezza di cosa sta succedendo e, appena possibile, usciamo fuori da questa spirale che produrrà più esperienze negative e ci forzerà a fare ulteriori passi sbagliati nel cercare di nascondere o rimediare alle nostre imperfezioni.

Come uscire dalla spirale?

Primo, acquisendo la consapevolezza che fare errori non solo è accettabile, ma è anche auspicabile in quanto è proprio facendo errori che impariamo.

Secondo, prendendo piena consapevolezza del fatto che quello che pensano gli altri di noi non ha niente a che fare con noi. Anzi, le persone che ci criticano non definiscono noi, definiscono se stesse come persone che hanno bisogno di criticare.

Terzo, è proprio quando facciamo un errore che abbiamo la preziosa opportunità — direi necessità — di dimostrare amore incondizionato a noi stessi. In questi momenti, quando ci rendiamo conto di aver fatto qualcosa che non è allineato con la nostra coscienza o con il comportamento che vorremmo, abbiamo un grande bisogno di supporto, comprensione ed empatia e le uniche persone sulle quale possiamo sempre contare per ricevere tutto ciò siamo noi stessi.

Stephen Covey, l’autore del bestseller “Le sette regole per avere successo” spiega che quando ci rendiamo conto di aver commesso un errore: (a) ammettiamolo, (b) correggiamolo e (c) impariamo immediatamente da quell’esperienza.

Quindi, invece di sprecare energia a giustificare e a difenderci, concentriamoci immediatamente sul correggere l’errore commesso, non appena aver ammesso di averlo fatto. La nostra responsabilità di adulti consapevoli è quella di osservare ciò che diciamo e facciamo e correggerlo quando necessario… non giustificarlo!

Quando avremo acquisito questa nuova abitudine di osservare e correggere, ci sentiremo molto più soddisfatti e in controllo della nostra vita.

di Sandro Formica